Sintesi:
- Il movimento Fashion Revolution ha cambiato il modo in cui le persone guardano all’industria della moda, mettendo in discussione e accendendo i riflettori sulle aziende;
- Le domande poste dal movimento fanno sì che l’industria assuma atteggiamenti che possono essere vantaggiosi per l’ambiente e anche per i propri dipendenti;
- La tecnologia può aiutare in molti modi coloro che desiderano cambiare e portare un cambiamento nel presente e nel futuro. Prova subito la multisoluzione Audaces360!
Nel mondo ci sono molti lavoratori della moda che si trovano in una situazione analoga alla schiavitù. Fashion Revolution si interroga per capire come sia possibile che sia ancora permessa l’esistenza di queste realtà.
È impossibile cambiare ciò che non si conosce, ciò che non si vede. Per questo motivo il primo obiettivo di Fashion Revolution è fare sì che le persone si informino su questa realtà che circonda tanti marchi di fama mondiale.
È necessario prestare molta attenzione affinché l’industria della moda possa garantire un lavoro più equo ai propri dipendenti, tenendo in considerazione anche la sostenibilità.
Oltre a chiedere chi produce i nostri abiti, altre domande che Fashion Revolution solleva sono: come sono stati prodotti, in quali condizioni, dove e perché.
Sumário
Se desideri sapere di più su questo movimento, su come funziona e perché esiste, continuate a leggere e scopri meglio il progetto.
Cos’è Fashion Revolution?
Hai mai sentito parlare di questa rivoluzione della moda? Si tratta di un movimento mondiale che cerca di sensibilizzare la collettività sui processi che portano i vestiti fino al cliente.
È stato avviato nell’aprile 2013 dopo che più di 1.000 persone hanno perso la vita lavorando nella filiera della moda nel crollo dell’edificio Rana Plaza nella città di Dhaka, in Bangladesh. Oltre ai morti, più di 2.500 persone sono rimaste gravemente ferite.
Tra le macerie, nei giorni di ricerca dei corpi e dei sopravvissuti, sono stati riconosciuti marchi di fama mondiale.
È stato proprio grazie a questo movimento che il mondo ha capito che l’industria della moda aveva bisogno di un cambiamento.
A partire dagli eventi in Bangladesh, infatti, la tragedia ha fatto sì che le persone iniziassero a mobilitarsi e a dare il via a Fashion Revolution.
Il progetto inizialmente era noto come “Fashion Revolution Day” e, 8 anni dopo, si è trasformato in una settimana di eventi e azioni, sia in presenza sia online.
La mission di questo movimento consiste nel fare in modo che l’industria della moda conservi e tuteli l’ambiente, oltre a valorizzare tutte le persone prima ancora della crescita e dei guadagni.
Il movimento contribuisce a migliorare l’industria a partire dal 2014. In questo anno, infatti, oltre 1.300 fabbriche in Bangladesh hanno subito controlli e ispezioni e più di 2,5 milioni di persone in tutto il mondo hanno iniziato a chiedere “who made my clothes?”.
Cos’è la campagna “Who made my clothes?”?
Una volta capita la situazione, era impossibile continuare come si era sempre fatto e ha iniziato a diffondersi una semplice domanda: “Who made my clothes?” (“Chi ha fatto i miei vestiti?”).
Chiunque la sentiva diventava curioso e cominciava a riflettere su chi stesse dietro ai capi che fanno parte delle nostre giornate, chiedendo maggiore trasparenza ai brand rispetto al loro processo di produzione.
Oltre a ciò, questa domanda ha aiutato le persone ad essere più consapevoli del fatto che ci sono persone reali dietro l’intero processo di produzione.
Scopri di più: Cos’è l’efficienza produttiva e come puoi raggiungerla nella tua confezione?
Fashion Revolution nel mondo
Oggi Fashion Revolution è presente in oltre 100 paesi, dove sviluppa azioni e incoraggia i consumatori a mettere in discussione le aziende e i loro marchi di abbigliamento preferiti attraverso lo slogan della campagna del progetto.
Ci sono più di 500 organizzazioni partner e 230 studenti ambasciatori che lavorano insieme per promuovere azioni con politici e attivisti. Sui social media, hanno più di 750.000 follower in tutto il mondo.
Il movimento, molto forte negli Stati Uniti e in Europa, ha successo anche in America Latina.
È possibile prendere parte alla campagna?
Certo, è possibile partecipare tutto l’anno, attraverso i social network. È molto semplice: basta scattare un selfie con l’etichetta del marchio che indossi e, nella didascalia dell’immagine, taggare l’azienda responsabile utilizzando l’hashtag “#WhoMadeMyClothes?”.
Oltre a questo hashtag se ne possono usare altri, come #Haulternative e #FashionRevolution.
Altri due hashtag di successo sono:
#WhatsInMyClothes?
Cosa c’è nei miei vestiti? Quanta acqua, energia, materie prime sono state consumate? Quanti agenti chimici sono stati impiegati?
#WhoMadeMyFabric?
Chi ha fatto il mio tessuto? In questo caso, la richiesta va oltre il primo livello di fornitura che comprende coloro che confezionano i nostri vestiti. Ci sono almeno altri due livelli: dove lavorano contadini, allevatori, raccoglitori, tessitori, tintori, ecc…
Che aiuto può dare la tecnologia alla Fashion Revolution?
La tua azienda può portare maggiore sostenibilità e impegno verso la natura e i dipendenti attraverso la tecnologia.
Audaces360 porta l’integrazione e l’automazione dell’intero ciclo di produzione a un livello superiore.
Dalla fase creativa allo sviluppo delle schede tecniche, dalla previsione dei costi alla previsione di fattibilità della collezione, fino alla definizione del piano di taglio e all’imballaggio: le tue collezioni saranno monitorabili e pianificabili a 360° in modo facile, rapido, ottimizzato.
Designer di moda, assistenti, tecnici e modellisti: tutti i professionisti della filiera della moda trovano in Audaces360 una soluzione per superare le sfide del mercato e ottenere i massimi risultati dal loro lavoro.
Ecco alcuni software di Audaces3che possono aiutarti:
Audaces Fashion Studio
Audaces Fashion Studio permette di creare bozzetti direttamente su un manichino tridimensionale.
Questo strumento ottimizza il lavoro creativo dello stilista, che può testare la vestibilità di un capo in modo realistico, oltre a modificare stampe, forme o dettagli a seconda del bisogno.
Tutto ciò in un ambiente digitale, con un enorme risparmio di risorse, tempo e materie prime, oltre alla possibilità di comunicare in modo immediato tra stilista, modellista e acquirenti.
Audaces Pattern
Audaces Pattern è il software ideale per chi desidera sviluppare modelli di alta qualità con precisione, indipendentemente dalla complessità.
Questo CAD di modellistica permette di sviluppare, programmare, organizzare e controllare l’intero processo di confezione, ottimizzando il tempo di produzione e riducendo i costi relativi alle materie prime, con un effetto importante nel costo finale dei prodotti.
Audaces Supera
Per chi guarda al futuro, la sostenibilità è una risorsa sia economica che ambientale. Il risparmio di tessuto è un passo obbligatorio per raggiungere la redditività desiderata.
Con Audaces Marker e Audaces Supera, è possibile effettuare in pochi minuti il piazzamento automatico dei propri modelli.
Oltre a ciò, il sistema incluso nella multisoluzione Audaces360 permette di creare code di piazzamento, massimizzando il risparmio grazie ad algoritmi avanzati in grado di mantenere la workstation libera.
In base alle necessità della produzione, il server gestisce l’ordine di taglio attribuendo priorità.
Conclusione
Consumatori e attivisti hanno notato comportamenti che andavano cambiati e hanno iniziato a chiedere all’industria della moda di modificare le proprie prassi nei confronti dei lavoratori e dell’ambiente.
Dopo un incidente in Bangladesh, la richiesta è aumentata ed è stato creato un progetto che cerca di sensibilizzare migliaia di persone in tutto il mondo attraverso i social network e con campagne in diversi paesi.
Esistono già vari modi in cui la tua azienda può partecipare alla campagna, soprattutto coinvolgendo le macchine e la tecnologia come alleati.
L’utilizzo di software, infatti, è in grado di ridurre la quantità di tessuti, carta e altre risorse materiali, oltre a portare maggiore comfort e agilità nella produzione.
La produzione può ridurre lo spreco di risorse e questo può avere un impatto sulla tua azienda e sull’ambiente.