Cos’è la bellezza? Scopri questo concetto nell’arte e nel mondo della moda6 min read

di Eduardo Vilas Boas, professore di moda al Senac SP

Cos’è la bellezza? Questa è senza dubbio una delle domande universali che hanno interrogato molte civiltà per secoli.

Per provare a rispondere possiamo partire dall’etimologia, ossia dalla definizione delle origini del termine e di come nel tempo è cambiato nella comprensione e nel racconto della storia, influenzato dalla Filosofia, dall’Estetica, e perché no, anche dalla Moda.

Per aiutarti a capire come si è sviluppato questo concetto tanto poco conosciuto e complesso e come si è trasformata la sua percezione da parte degli individui e delle società, abbiamo deciso di creare un apposito articolo sul nostro blog Audaces.

Continua a leggere per sapere di più sul concetto di bellezza da prospettive filosofiche e artistiche, così come dal mondo della moda:

Il bello, la bellezza e le sue definizioni linguistiche

Per quanto riguarda l’etimologia, la parola “bello” deriva dal latino “bellus” che significa “bello, affascinante”. Ampiamente utilizzato in epoca classica solo per donne e bambini, mentre per gli uomini aveva un senso peggiorativo e legato ad Apollo, il dio della bellezza e della guerra.

Tuttavia, il termine, prima della sua definizione latina, potrebbe anche provenire dall’indoeuropeo DW-EYE, avvicinandolo ad altri termini, come “buono” e “bene”.

Oggi, il dizionario Houaiss della lingua portoghese definisce la bellezza come qualcosa “che ha una forma o un aspetto piacevole, perfetto e armonioso e che suscita sentimenti di ammirazione, di grandezza, di nobiltà, di piacere, di perfezione”.

Queste sono effettivamente le idee principali che vengono in mente alla maggior parte delle persone riguardo al significato della bellezza. È interessante notare come termini quali bellezza, estetica, armonia, proporzione, equilibrio, appartengano anche al vocabolario dei professionisti dell’industria della moda.

La nascita di Venere – Sandro Botticelli

Ma dunque cos’è la bellezza?

Lo scrittore Umberto Eco affronta il concetto di bellezza nel suo libro “Storia della bellezza” e evidenzia come bello – insieme a grazioso, sublime, meraviglioso, superbo ed espressioni simili – è un aggettivo che usiamo spesso per indicare qualcosa che ci piace.

In questo senso sembra che ciò che è bello sia uguale a ciò che è buono e in effetti in varie epoche storiche si è creato uno stretto legame tra il Bello e il Bene, come abbiamo visto fin dall’origine etimologica della parola.

Le riflessioni dell’autore sul bello nel corso della storia ci invitano a un viaggio che va oltre la comprensione di bello e buono come idealizzazione di una perfezione estetica, per definire come il bello sia importante nelle relazioni artistiche, sociali, politiche, religiose, spirituali ecc.

Il concetto di bellezza oltre la storia o la filosofia

In un certo senso, il fascino e il mistero della bellezza stanno proprio nell’intangibile, nell’immateriale, nel’irraggiungibile, e su questo non c’è nulla da aggiungere: il bello sarà sempre un mistero che un po’ ci appartiene e un po’ ci sfugge, giusto?

Quindi, una cosa è certa: possiamo sempre usare la nostra nozione di bellezza come punto di partenza per la creazione artistica e, soprattutto nel campo della moda e del design dell’abbigliamento, come un supporto infinito al servizio della creatività, della ricerca e della produzione.

Vale anche la pena ricordare come la bellezza sia un’esperienza (un processo cognitivo, mentale o spirituale) legata alla percezione di elementi che piacciono in modo unico a chi la sperimenta. Le forme di bellezza sono innumerevoli, e la scienza sta ancora cercando di dare una spiegazione a questo processo.

Nel corso della storia l’Estetica, come branca della Filosofia, ha cercato più volte di spiegare il concetto di bellezza, che si ripercuote anche in tutto il processo creativo di un’opera d’arte o di una collezione di vestiti.

Amore e Psiche – Antonio Canova

Il concetto di bello nella Filosofia

Tutte le discussioni sulla bellezza e il suo significato sono iniziate nell’estetica greca e si basano fondamentalmente sulla visione del mondo dei filosofi dell’epoca, secondo cui la vita e l’arte sono fondate su equilibrio, simmetria, armonia e proporzionalità.

Oggi in filosofia nella definizione di ciò che è bello è presente anche l’aspetto razionale del giudizio di gusto (“questa cosa mi piace o non mi piace?”), che viene diffuso anche nell’Industria della Moda e nelle sfilate.

La bellezza secondo Socrate

Socrate, uno dei tre principali pensatori dell’antica Grecia (V secolo – 470 a.C.), credeva che la bellezza fosse una concordanza osservata dagli occhi e dalle orecchie, ossia qualcosa di percepibile attraverso i sensi.

Secondo Socrate, “il bello è l’utile”, cioè la bellezza non è associata all’aspetto di un oggetto, ma a quanto questo risponde ad una funzione. In questo senso la bellezza ha un carattere pratico, come risultato di un prodotto o di una situazione concreta.

La bellezza secondo Platone

Per Platone, filosofo greco del V secolo a.C., la bellezza è universale e non dipende da chi la osserva, perché è contenuta nell’oggetto stesso, nella creazione. Per Platone tutto ciò che esiste nel mondo sensibile (imperfetto) è una copia di ciò che si trova nel mondo intelligibile (perfetto).

In uno dei suoi miti più noti, Il mito della caverna, viene presentata una chiara allegoria su come la nostra percezione di ciò che chiamiamo realtà sia il prodotto di una costruzione soggettiva, spesso influenzata da un “inconscio collettivo” che ci condiziona e imprigiona, come gli attuali standard di bellezza.

Il bello secondo Aristotele

Aristotele, discepolo di Platone, aveva un altro concetto di bellezza. Per lui un’opera poteva essere considerata bella solo se era in grado di promuovere la catarsi nei suoi ammiratori. In questa concezione, la catarsi non è altro che la purificazione dell’anima e delle idee di un’opera d’arte e, secondo lui, la catarsi avviene nella tragedia!

Dopotutto, era attraverso il teatro tragico che la gente rifletteva su ciò che l’opera mostrava, a differenza della commedia che, sebbene divertente, non promuoveva la riflessione, ma solo uno stato di “entusiasmo” temporaneo su condizioni umane poco nobili o, addirittura, poco belle secondo la società greca classica.

Cosa ne pensi?

Ora che sai un po’ di più sui principali concetti e definizioni di ciò che è bello, potresti avere voglia di trasportare queste conoscenze nelle tue creazioni di moda.

Cosa ne pensi di scaricare il nostro ebook gratuito dal titolo “Come creare un disegno di moda digitale 4D di successo” e scoprire tutte le possibilità offerte dal nostro software Audaces 4D, che permette di creare direttamente su un manichino tridimensionale?

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