Il tema della moda sostenibile è sempre più dibattuto sia sulla stampa di settore che negli eventi dedicati agli addetti ai lavori. Come per tutte le situazioni che richiedono un cambio di mentalità e di prospettiva, anche l’obiettivo di essere più sostenibili può rappresentare una sfida concreta e allo stesso tempo un’opportunità per i brand.
Vediamo nel concreto cosa comporti per le aziende, nelle prossime righe, con alcuni consigli pratici.
Cosa significa moda sostenibile?
Con moda sostenibile si intende l’obiettivo dei marchi del settore di creare una maggiore armonia tra i loro prodotti, l’ambiente e le persone. Parlando di ambiente, si usa anche l’espressione eco fashion; quando sono coinvolte le persone si può parlare di moda etica.
Nel corso di questo articolo, affronteremo i seguenti argomenti, tutti cliccabili dall’elenco che segue, per passare al paragrafo dedicato.
Sumário
La moda sostenibile come opportunità imperdibile
Come raccontato nel video dal sottosegretario al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Ivan Scalfarotto, la sostenibilità è un’occasione importante che unisce due aspetti oggi fondamentali. In primis, è una causa giusta: il Pianeta ha bisogno di maggiore attenzione e protezione e l’economia circolare ha proprio l’obiettivo di ridurre i consumi delle risorse. In secondo luogo, è il mercato che richiede questo cambio di approccio e i consumatori – soprattutto tra i più giovani, anche in Italia – si dichiarano disposti a pagare anche il 10% in più, se certi di acquistare un prodotto sostenibile.
Erika Andreetta di PricewaterhouseCoopers spiega, nel filmato, come l’abbigliamento sostenibile sia preferito nelle decisioni d’acquisto dei millennial e della cosiddetta Generazione Z.
Considerato il potenziale di vendita, i buyer dei negozi multi-marca investono e investiranno sempre di più nei prodotti green. Un professionista su 4 ha dichiarato di avere eliminato dal proprio portafoglio almeno un marchio per ragioni ambientali, di giustizia sociale o di welfare animale.
Non solo clienti finali, dunque, e lo conferma un’analisi di McKinsey & Co. nella quale il 78% degli addetti ai lavori dichiara che la sostenibilità rappresenterà un fattore capace di determinare le decisioni d’acquisto entro il 2025.
Se oggi solo il 23% dei prodotti acquistati dai grandi magazzini nel mondo è sostenibile, tra 5 anni la media toccherà quota 42%.
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Lo stimolo alla diffusione di abbigliamento sostenibile potrebbe arrivare proprio dalle previsioni di ROI, in virtù dell’interesse in crescita sia dei buyer che dei consumatori.
L’opportunità è stata colta con impegno ed entusiasmo dal mondo della moda italiana che da sempre, oltre all’eleganza, punta sulla ricerca e sull’innovazione.
Per un settore, come è il Made in Italy, che conta molto sulle materie prime di importazione e le trasforma, raggiungere l’obiettivo di consumare meno e riutilizzare permette anche di massimizzare gli utili, diminuire i costi ed essere più efficienti. Entriamo maggiormente nel dettaglio, nel prossimo paragrafo.
L’economia circolare applicata alla moda
La catena di valore della circular economy applicata al mondo della moda è supportata da 3 elementi principali: sostenibilità, automazione e nearshoring.
Poiché la sostenibilità è l’argomento principale di questo articolo e sarà raccontata nel dettaglio, concentriamoci brevemente su automazione e nearshoring.
L’automazione riguarda il processo creativo di design e quelli produttivi del taglio dei tessuti e del confezionamento dei capi. Grazie alle tecnologie di Industria 4.0, si è in grado di realizzare capi di maggiore qualità in tempi ridotti e di organizzare la logistica della distribuzione ai negozi sulla base della domanda reale, riducendo così l’invenduto e gli scarti.
Il concetto di nearshoring riguarda invece il contesto attuale del mercato che richiede alta qualità a prezzi contenuti e una risposta più agile alle richieste. Per questo, oggi diversi marchi hanno riportato la produzione più vicina ai loro headquarter, invertendo la tendenza che fino a una ventina di anni fa de-localizzava la produzione in Asia.
Vediamo ora i quattro passaggi fondamentali per la trasformazione verso un modello di business più sostenibile.
La moda sostenibile in 4 passaggi
Per adottare un modello di business più sostenibile, come abbiamo detto, le aziende del mondo della moda hanno bisogno di processi più rapidi e di una produzione basata sulla domanda reale.
Il primo passo prevede l’ottimizzazione delle procedure, attraverso un software gestionale che monitori le operazioni a 360 gradi, velocizzi e semplifichi la fase di approvazione delle collezioni. La maggiore efficienza è garantita anche da una collaborazione più efficace tra dipartimenti interni all’azienda, ma anche con i fornitori.
Il passo successivo riguarda la trasformazione digitale del ciclo produttivo e dell’intera azienda, i cui punti di forza sono: l’analisi dei dati per una produzione on-demand, le creazioni virtuali in 4D e i pre-pattern per accelerare l’approvazione. Grazie agli stessi strumenti di gestione integrati, anche la logistica e le vendite risultano ottimizzate.
Qui arriviamo al terzo passaggio: un magazzino più efficiente è anche più sostenibile, con un maggiore controllo della filiera e un uso ottimizzato delle materie prime.
Il quarto e ultimo punto riassume alcuni dei concetti di cui abbiamo già parlato, ovvero il nearshoring, la produzione agile che si adatta alla domanda di mercato e un modello di business basato sui principi dell’economia circolare.
Sostenibilità e time to market delle collezioni
Oggi il time to market si è ridotto dai tradizionali sei mesi per collezione a sei settimane, persino meno per alcuni retailer. Spesso però, il processo creativo arriva a occupare il il 75% del tempo necessario per realizzare una collezione e la produzione vera e propria viene compressa nel restante 25%.
Il rischio di arrivare in ritardo sul mercato con la risposta del marchio a una tendenza si concretizza sia nel mancato ritorno economico – perché i clienti possono avere trovato ciò che cercavano dai concorrenti – sia nella gestione dell’invenduto.
In ottica eco fashion, non è più pensabile ritrovarsi a dovere smaltire con metodi decisamente poco sostenibili quantità ingenti di capi d’abbigliamento.
Come ottimizzare la fase creativa?
Innanzitutto, occorre individuare gli ostacoli che limitano l’efficienza, ad esempio le approvazioni intermedie e le incomprensioni nell’interpretazione dei bozzetti tra modellisti e designer.
Essenziale al raggiungimento dell’obiettivo di una maggiore efficienza è un uso efficace delle tecnologie di intelligenza artificiale e non solo. Vediamo quali sono gli strumenti a disposizione del mondo della moda, nel prossimo paragrafo.
La digitalizzazione supporta la sostenibilità
Proprio come l’attenzione alla sostenibilità ambientale, anche la trasformazione digitale richiede prima di tutto un cambiamento di mentalità e approccio. L’unico modo per ottenere ROI positivo è la condivisione di obiettivi, valori e strumenti a disposizione.
Nel settore della moda, le soluzioni di Industria 4.0 sono in grado di rendere l’organizzazione agile, con processi flessibili per adattarsi alla domanda sempre più volatile del mercato.
Il valore aggiunto da sfruttare è la possibilità di condividere informazioni e dati attraverso le tecnologie cloud. Solo migliorando la comunicazione, infatti, il reparto creativo e quello produttivo saranno in grado di lavorare in sinergia, accelerando il time to market.
Ecco alcuni esempi di tecnologie per la moda:
- software semplici da usare, per la creazione di bozzetti e cartamodelli
- programmi per digitalizzare i pattern e permettere al modellista di eseguire modifiche rapide a capi già approvati
- programmi di piazzamento automatico per ottimizzare la fase di taglio
- macchine da taglio innovative che riducono al minimo lo spazio tra un pezzo e l’altro, sfruttando i tessuti al millimetro
Audaces 360 porta l’integrazione e l’automazione dell’intero ciclo produttivo a un livello superiore. Dalla fase creativa allo sviluppo delle schede tecniche, dalle previsioni dei costi e della fattibilità alla creazione dei cartamodelli, fino alla definizione dei programmi di taglio e confezionamento: le tue collezioni saranno visibili e gestibili a 360 gradi in modo facile, rapido e ottimizzato.
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