- Elsa Schiaparelli nasce a Roma nel 1890, è stata una delle stiliste più innovative e audaci del XX secolo;
- È celebre per aver trasformato la moda in un linguaggio artistico e provocatorio;
- Schiaparelli è inoltre famosa per aver fuso moda e arte, collaborando con artisti surrealisti come Salvador Dalí, Jean Cocteau e Man Ray.
Sintesi
Elsa Schiaparelli nasce in una famiglia benestante a Roma, si trasferì dopo a New York e poi a Parigi, dove aprì la sua prima boutique nel 1927. Senza formazione accademica nel campo della moda, si distinse per la sua visione unica e per l’approccio anticonformista.
Tra le sue creazioni più iconiche figurano l’abito aragosta (1937), un abito in organza con un’aragosta ricamata, simbolo di sensualità e provocazione, e il cappello-scarpa, un accessorio stravagante che sfidava le convenzioni del tempo.
Le innovazioni più significative di Schiaparelli includono l’impiego della cerniera come dettaglio ornamentale, la creazione del costume intero con reggiseno integrato e la jupe-culotte, una gonna-pantalone che metteva in discussione le convenzioni di genere.
Dopo aver chiuso la sua maison nel 1954, Schiaparelli si ritirò in Tunisia. La sua eredità è stata celebrata in mostre come “Shocking! The Surreal World of Elsa Schiaparelli” al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, che ha esplorato la sua fusione tra arte e moda del ‘900.
Sumário
Chi era Elsa Schiaparelli?
Elsa Schiaparelli è stata una delle stiliste più innovative e influenti del XX secolo, nota per il suo spirito audace, le creazioni artistiche e l’approccio visionario alla moda.
Nata a Roma in una famiglia aristocratica e colta, Schiaparelli portava con sé un’eredità intellettuale che avrebbe poi influenzato profondamente il suo lavoro creativo.
Schiaparelli si trasferisce a Parigi negli anni ‘20 e presto inizia a conquistare la scena della moda grazie a uno stile originale, spesso surreale e provocatorio.
Un po di storia su Elsa Schiaparelli

Elsa Schiaparelli è considerata una delle più influenti figure della moda nel periodo tra le due guerre mondiali. Cresciuta in una famiglia ricca di stimoli culturali, studia filosofia sognando di diventare poetessa nonostante la contrarietà dei genitori, che per soffocare le sue ambizioni decidono di mandarla in un convento in Svizzera.
Dopo un matrimonio fallito e diverse esperienze nel campo del commercio dell’arte, Elsa Schiaparelli si trasferisce a New York dove inizia a frequentare gli stilisti dell’avanguardia dadaista.
Trasferitasi in seguito a Parigi viene riconosciuta dallo stilista Paul Poiret, di cui diventa allieva, per poi intraprendere una carriera personale, fino ad arrivare negli anni ‘30 ad avere 400 sarte come dipendenti nella sua maison parigina.
Gioventù e inizi nell’arte
Elsa Schiaparelli nasce a Roma il 10 settembre 1890, in una famiglia aristocratica e intellettuale. Suo padre era un orientalista, sua madre apparteneva all’antica nobiltà napoletana.
Fin da giovane, Elsa mostra una personalità ribelle e creativa, affascinata tanto dalla bellezza classica quanto dall’insolito e dal bizzarro.
Si trasferisce a Londra in gioventù, dove frequenta ambienti bohemien e conosce il conte Wilhelm de Wendt de Kerlor, che sposa nel 1914. Dopo la fine del matrimonio, si stabilisce a Parigi negli anni ’20. È qui che la sua passione per l’arte d’avanguardia, il dadaismo e il surrealismo trova piena espressione.
Inizia a frequentare ambienti artistici animati da figure come Jean Cocteau, Man Ray e Salvador Dalí che saranno fondamentali per la sua visione della moda.
Primo successo nella moda
Il debutto di Elsa Schiaparelli nel mondo della moda arriva nel 1927 con una collezione di maglioni di lana decorati con motivi trompe-l’œil (illusioni ottiche): il più celebre è quello con un fiocco disegnato, che diventa immediatamente un successo.
Questi capi, prodotti con tecniche innovative in collaborazione con artigiani armeni, segnano l’inizio della sua ascesa nel panorama parigino.
L’anno seguente fonda la sua prima maison: Schiaparelli – Pour le Sport, con abiti dedicati allo sport e al tempo libero. Ma è con le collezioni successive, più artistiche e concettuali, che Schiaparelli si distingue radicalmente da tutte le altre stiliste del tempo.
Espansione globale
Negli anni ’30, Schiaparelli è ormai una figura centrale nella moda internazionale. Le sue collezioni si fanno sempre più audaci e spettacolari, spesso ispirate al mondo onirico del surrealismo. Tra i capi più iconici nati in questo possiamo trovare:
- L’abito aragosta (realizzato con Salvador Dalí);
- Il cappello a forma di scarpa;
- L’abito scheletro;
- Il profumo Shocking, la cui boccetta imita le curve di Mae West.
Durante questo periodo, Elsa veste le donne più influenti dell’epoca: da Wallis Simpson a Katharine Hepburn, da Marlene Dietrich a Greta Garbo. In seguito, espande la sua attività aprendo due boutique, una a Londra e l’altra a New York.
Consacrazione della maison
Durante gli anni ’30 e primi ’40, la Maison Schiaparelli è all’apice della sua fama: le sue sfilate diventano eventi spettacolari e teatrali, anticipando di decenni la moda come performance.
Tuttavia, la Seconda guerra mondiale segna un rallentamento dell’attività e, nel 1954, Schiaparelli decide di chiudere la maison, lo stesso anno in cui anche Coco Chanel rientra ufficialmente nella moda.
Sebbene si ritiri dalle scene, il suo impatto rimane indelebile. Dopo decenni di silenzio, la maison Schiaparelli è stata rilanciata nel XXI secolo, mantenendo vivo lo spirito innovativo e artistico della sua fondatrice.
Oggi è uno dei nomi più acclamati della haute couture, con collezioni che rendono omaggio alla sua eredità visionaria.
Rinascita e muse moderne
Dopo decenni di silenzio, la maison Schiaparelli è ufficialmente rinata nel 2012, grazie al rilancio voluto dal gruppo Todor, proprietario del marchio. La sfida era grande: riportare in vita l’eredità di una stilista così audace e rivoluzionaria senza trasformarla in un’imitazione del passato.
La vera svolta arriva nel 2019, con la nomina dello stilista Daniel Roseberry come direttore creativo. Giovane, americano e con una forte inclinazione artistica.
Roseberry ha saputo interpretare perfettamente lo spirito di Elsa: ha trasformato ogni collezione in un’ode al surrealismo, all’artigianalità e al teatro della moda.
Le sue creazioni sono spesso scultoree, provocatorie, cariche di simbolismo e realizzate con una cura quasi maniacale per i dettagli.
Il rapporto tra Elsa Schiaparelli e Coco Chanel
Nel panorama della moda parigina degli anni ’30, due nomi dominavano la scena: Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli. Entrambe rivoluzionarie, ma profondamente diverse. E, secondo molte testimonianze, anche acerrime rivali.
Coco Chanel incarnava l’eleganza funzionale, il rigore della linea, il lusso discreto. I suoi abiti erano essenziali, pratici, pensati per la donna moderna e indipendente.
Elsa Schiaparelli, al contrario, era il volto della moda come arte: surreale, teatrale, concettuale. Se Chanel vestiva per la vita reale, Schiaparelli vestiva per i sogni. La rivalità tra le due era nota anche pubblicamente.
Chanel chiamava Schiaparelli con tono sprezzante “quella stilista italiana” o peggio “l’artista che fa vestiti”, per sottolineare quanto la considerasse distante dalla “vera moda”.
Ma nonostante i toni amari, la competizione tra le due spinse entrambe a superarsi. Chanel rese la moda più accessibile e moderna. Schiaparelli, con la sua creatività senza confini, portò nella moda l’idea che un abito potesse anche essere una dichiarazione artistica e intellettuale.
La loro storia incarna due visioni opposte, ma entrambe essenziali, della femminilità e del potere dell’abito: per Chanel, “Less is more”; per Schiaparelli, invece, “More is magic”.
Oggi, entrambe sono considerate icone assolute e continuano a ispirare stilisti, artisti e creativi in tutto il mondo.
Per chi disegnava Elsa Schiaparelli?

Elsa Schiaparelli non si limitava a disegnare abiti: costruiva identità, esprimeva concetti, dava forma a immaginari. Le sue creazioni erano pensate per donne coraggiose, anticonformiste e brillanti.
Non puntava a conquistare il gusto di tutti, ma a dialogare con chi sapeva comunicare attraverso il corpo con uno stile ben determinato.
Elsa Schiaparelli pensava alla moda come a un mezzo di espressione personale e come a un’estensione dell’arte. I suoi abiti erano intellettuali e simbolici, progettati per chi non temeva di farsi notare.
In un’epoca dominata da modelli femminili più convenzionali, lei parlava alle donne fuori dal coro: indipendenti, colte, con un gusto per il bizzarro e il sofisticato.
Tra le sue muse e clienti più celebri troviamo tre icone assolute del cinema hollywoodiano:
Marlene Dietrich
Celebre per il suo stile androgino e magnetico, Marlene era molto attratta dai capi strutturati e teatrali di Schiaparelli, che esaltavano il suo fascino misterioso e anticonformista.
Katharine Hepburn
Donna indipendente e dallo stile deciso, trovava nelle creazioni di Schiaparelli un equilibrio perfetto tra eleganza intellettuale e libertà. Era attratta dalla funzionalità artistica dei suoi abiti.
Lauren Bacall
Raffinata e sicura di sé, incarnava una femminilità sofisticata e forte. I capi di Schiaparelli, con la loro aura di glamour e potere, si adattavano perfettamente alla sua presenza scenica.
Elsa Schiaparelli e il rosa shocking
Tra le tante invenzioni rivoluzionarie di Elsa Schiaparelli, nessuna è forse più riconoscibile del “Shocking Pink”: si tratta di un colore rosa fucsia acceso, vibrante, quasi violento. Non era un semplice colore, ma un atto di rottura, una dichiarazione visiva potente, una firma che gridava originalità.
Elsa Schiaparelli introdusse questo colore nel 1937, ispirandosi a una pietra preziosa che apparteneva alla collezione di una sua amica collezionista d’arte. Quando vide quel rosa intenso, scrisse: “Shocking! Un colore fatto per la vita, per la luce, per le persone che non hanno paura.”
Il rosa shocking divenne il simbolo della sua maison e fu usato per confezionare:
- Le confezioni del celebre profumo Shocking;
- La carta intestata della maison;
- Alcuni tra i suoi capi e accessori più iconici.
Il rosa come provocazione
In un’epoca in cui i colori della moda femminile erano dominati da tonalità neutre o pastello, Elsa trasformò il rosa in una sfida visiva e culturale. Non era il rosa delicato associato all’infanzia o alla dolcezza, ma un rosa adulto, carico, sensuale, potente. Un rosa che urlava, non sussurrava.
Con il rosa shocking, Schiaparelli seppe dare voce visiva alla donna moderna, audace e indipendente. Era un colore che rappresentava perfettamente il suo approccio alla moda: libero, artistico, provocatorio.
Qual è stato il design più famoso di Elsa Schiaparelli?
Il design più iconico di Elsa Schiaparelli è l’abito con la stampa di un’aragosta, realizzato nel 1937 in collaborazione con Salvador Dalí.
Questo capo è considerato il simbolo per eccellenza della sua visione: un perfetto connubio tra moda e arte, dove il surrealismo diventa linguaggio espressivo e la provocazione si trasforma in stile.
Ecco una descrizione dell’abito d’aragosta:
Si tratta di un capo da sera in organza bianca con una stampa centrale raffigurante un enorme aragosta rossa, disegnata da Dalí.
L’aragosta era collocata strategicamente sulla gonna, in una posizione che suggeriva ironia e sensualità, ma anche tensione psicologica.
Il disegno fu realizzato a mano su tessuto da un artigiano e applicato con grande precisione.
Qual era il rapporto tra Elsa Schiaparelli e la tecnologia?
Elsa Schiaparelli fu una delle prime stiliste a intuire il potenziale della tecnologia applicata alla moda, in un’epoca in cui il concetto stesso era del tutto inusuale. Inoltre, non era solo una stilista, ma una pioniera. Il suo approccio alla moda era sperimentale, concettuale e aperto alle novità tecniche.
Per lei, la tecnologia non era un limite, ma uno strumento creativo per spingersi oltre l’ordinario.
Elsa Schiaparelli non temeva la modernità, anzi: la corteggiava. Per lei, la tecnologia non doveva nascondere l’arte, ma esaltarla. Il suo pensiero anticipava quello di molti stilisti contemporanei che oggi fondono moda, scienza e innovazione.
Esempi della sua rivoluzione
Negli anni ’30, Schiaparelli fu tra le prime a usare le cerniere lampo (zip) non solo come chiusura funzionale, ma come elemento decorativo visibile.
A quei tempi, la zip era considerata volgare e doveva essere nascosta. Lei, invece, la fece diventare un segno di modernità e avanguardia.
Schiaparelli collaborò con scienziati e artigiani tessili per sviluppare nuovi materiali come:
- Tessuti sintetici (come il rayon);
- Fibre metallizzate;
- Materiali plastici per bottoni e accessori;
Ricami realizzati con tecniche industriali che simulavano effetti pittorici o illusionistici.
Lasciati ispirare da Elsa Schiaparelli e crea con eccellenza!
Elsa Schiaparelli non ha semplicemente creato moda. Ha inventato un linguaggio visivo nuovo, in cui ogni abito raccontava una storia, ogni colore rompeva una regola, ogni dettaglio sfidava la normalità.
Il suo genio ha unito arte, provocazione, tecnica e sogno, lasciando un’eredità che ancora oggi ispira stilisti, artisti e creativi di tutto il mondo.
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FAQ
Elsa Schiaparelli è stata una delle stiliste più innovative e influenti del XX secolo, nota per il suo spirito audace, le creazioni artistiche e l’approccio visionario alla moda.
Nel panorama della moda parigina degli anni ’30, due nomi dominavano la scena: Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli. Entrambe rivoluzionarie, ma profondamente diverse. E, secondo molte testimonianze, anche acerrime rivali.
Il design più iconico di Elsa Schiaparelli è l’abito con la stampa di un’aragosta, realizzato nel 1937 in collaborazione con Salvador Dalí. Questo capo è considerato il simbolo per eccellenza della sua visione.